2018/5 Selection



"Appunti"



Può dirsi contemporaneo soltanto chi non si lascia accecare dalle luci del suo secolo e riesce a scorgere in esse la parte dell'ombra, la loro intima oscurià. (...) G. Agamben


Contemporaneo è colui che riceve in pieno viso il fascino di tenebra che proviene dal suo tempo. G. Agamben
Percepire nel buio del presente questa luce che cerca di raggiungerci ma non può farlo (perchè le galassie sono più veloci della luce). - G. Agamben



Oggi la contemporaneità non è il principio innovatore (moderno, fine '800- 1973) o il remix pop (postmoderno, 1973- 2009). La contemporaneità è oggi consapevolezza critica. Questo significa prendere in faccia il fascio di tenebra del nostro tempo. Nell'arte, terreno privilegiato, diventa veramente inutile portare l'ennesima operina in fiere e musei. Insomma, bisogna veramente mettersi in discussione. La scuola d'arte, per come concepita oggi, è la fine. 

Questa consapevolezza critica sta nell'altermoderno (Bourriaud) e nell'antigrafile (Taleb). Il primo intuisce bene ma poi porta come esempi gli artisti postmoderni....certo, quelli altermoderni non sono certo nei libri della Taschen. Il secondo ci dice di prosperare nel disordine. Il primo ci dice di individuare protocolli che si inoculino nelle reti che ci soffocano e preferire una certa fluidità all'installazione permanente. 



“Invece che subirla o resistervi per inerzia, il capitalismo globale sembra aver fatto propri i flussi, la velocità, il nomadismo? Allora dobbiamo essere ancora più mobili. Non farci costringere, obbligare, e forzare a salutare la stagnazione come un ideale. L’immaginario mondiale è dominato dalla flessibilità? Inventiamo per essa nuovi significati, inoculiamo la lunga durata e l’estrema lentezza al cuore della velocità piuttosto che opporle posture rigide e nostalgiche. La forza di questo stile di pensiero emergente risiede in protocolli di messa in cammino: si tratta di elaborare un pensiero nomade che si organizzi in termini di circuiti e sperimentazioni, e non di installazione permanente, perennizzazione, costruito. Alla precarizzazione dell’esperienza opponiamo un pensiero risolutamente precario che si inserisca e si inoculi nelle stesse reti che ci soffocano.”
Nicolas Bourriaud  Da “Il Radicante”



L'altermoderno contiene i valori del moderno ma senza i problemi del postmoderno.
Come prima cosa l'artista comunemente inteso non è più un professionista, anche se è professionale. La scuola d'arte dovrebbe cambiare, ed è chiaro come (se volete sapere come mi dovete invitare a prendere un bloody mary). 

L'altermoderno è oggi il contemporaneo. Poi si salva certa pittura e il postmoderno che cerca di competere efficacemente con il suo tempo (come Hirst a Venezia, mentre Cattelan è in maggiore difficoltà). Anche se rappresentano entrambi ottimi valori anni 90. Vanno bene anche Eliasson, Sierra, Creed, Lucas, Alys, Fischer. 

Tra la crisi del postmoderno che inizia nel 2001 e l'inizio dell'atermoderno c'è il barlume di Tino Sehgal che va bene tra 2008 e 2012, poi stop. Usa solo contanti (altermoderno), solo racconto orale (antifragile e altermodenro), esperienza consapevole (altermoderno). 

Ma infatti Sehgal si sbaglia, la natura dell'opera vive una fibrillazione tra più livelli, non solo esperienza diretta. Esprimere questa fibrillazione significa realizzare un'opera altermoderna, che ripeto esprime consapevolezza e non tanto innovazione. "Facebook" è una grande opera relazionale altermoderna, per esempio. 




Nomadismo immobile. Prima opera convenzionale dopo anni. Non "artisti per caso" come "turisti per caso" (in giro per il mondo ad "attivare laboratori" finanziati dalla Nonni Genitori Foundation). No Sindrome del Giovane Indiana Jones e Ikea Evoluta (che sono mezzi facili per rispondere - male - alla crisi critica e di mercato del postmoderno). Come esempi di Giovani Indiana Jones vediamo Dan Vo o Nicola Samorì, ma potremo fare decine di esempi. Ossia si elabora formalmente e concettualmente il passato per caricare l'opera di valori sicuri e non confutabili dalla critica e dal mercato. 


Un'ecologia dell'arte. Nella stessa opera sembrano coesistere tutti i principi moderni. Viaggi puntuali. Curare la propria visione. Fusione e confusione di ruoli. Potremo parlare della sparizione del pubblico in favore del Selfie-Influenced (selfie+influencer). 

In questa selezione vediamo 4 interventi che hanno caratterizzato il lavoro di Luca Rossi tra il 2009 e il 2018. Ogni intervento reagisce alla crisi del postmoderno caratterizzata da alcuni elementi: sovrapproduzione di opere/oggetti, ridefinizione dell'esperienza, ridefinizione delle spettatore, personalizzazione estrema dell'algoritmo, cultura come intrattenimento fine e se stesso, gestione della crisi.

In altri casi vediamo quelli che potremo definire viaggi puntuali: Scroll Down (Sénanque Abbey, 2013), Thermal Refuge (Porretta Terme, 2016), #Rinascidentro (Firenze, 2017), The Pain Of Young Mr. Rossi (Giardini della Biennale, Venezia 2017). In alcuni casi per fruire del progetto è necessario avere un documento PDF. Il popolo ebraico quando dovette fuggire dalla propria terra fu costretto a passare dalla logica del "monumento" a quella del "documento".

In Thermal Refuge la lettura di un testo e un suggerimento di visita si uniscono al visitare un ex- rifugio antiaereo diventato oggi un centro benessere. In Scroll Down una sorta di attenato non violento aiuta a ricostruire il senso e il significato di un luogo. A Firenze e Venezia l'acquisto di un documento PDF permette di scoprire un'opera d'arte altrimenti nascosta. 

























Four second sculpture, democracy, by the left hand fingers tips, now always where you are now
various material, New Museum 2015.











If You Don’t Understand Something Search For It On YouTube
wooden letters, 11x2 m, Val Badia (IT) 2017. 
collezione privata
Gustav Willeit - guworld.com






































Democracy, with the tips of left hand fingers
various material, Quirinale (Rome) 2017.

























pizza forever 

painting, greasy pizza boxes, T293 Gallery, Rome 2017.




























Important to be by left hand fingertips

various material, dust and various material on the screen, Tanks (London) 2017.























Utopia/Distopia

a garbage can, light indicator, MAAT Lisbon 2017.



























With the tip of the fingers of the left hand

various material, Prada Foundation (Milan) 2016.













 If You Don’t Understand Something Search For It On YouTube
various material, Louvre Abu Dhabi 2017.










TESTO INTRODUTTIVO PER UN’INTERVISTA A LUCA ROSSI DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE: 

LA CRITICA, LA LOTTA, IL FUTURO : LUCA ROSSI

In Italia, c’è una figura di notevole interesse nel panorama dell’arte contemporanea: Luca Rossi, artista/collettivo critico, curatore, blogger, personaggio controverso che lavora anche con l’anonimato, una sorta di Anonymous del Sistema dell’Arte (dove l’ego sembra non esistere più e dove chiunque può essere Luca Rossi), dove “processualità critica”, spazio virtuale (quello creato da internet) e quello reale sembrano non avere più confini e mischiarsi in un tutt’uno. 

Oggi giorno l’individuo esperisce una sorta di “non esperienza”, nel senso che la maggioranza del suo tempo viene speso nel navigare nella “rete”  e  molto di questo lo sta portando ad una “nuova memoria-senza memoria” ad “un’assimilazione passiva e a-critica” e questo Luca sembra saperlo davvero bene. Luca ci ricorda i riferimenti storici ed artistici, il nostro passato, cosa vuol dire essere critici e attivi, lottare per mantenere una propria autenticità e districarsi in un mondo che ha più l’aspetto di un grande Mc Donald.

Ci siamo stupiti di quanto Il lavoro di Luca sia seguito da molti curatori, artisti anche in Europa, molti dei quali scappati dall’Italia. Luca è considerato l’unica voce critica fuori dal coro per il panorama attuale italiano. 

La cosa preoccupante è che Rossi, nonostante il suo lavoro sia ampiamente e verbalmente riconosciuto, non venga ancora considerato da istituzioni e realtà italiane. La cosa è emblematica e la dice lunga su cosa vale in Italia rispetto all’essere dei “veri artisti”.

Un panorama italiano che si trascina da forse più di 10 anni, portando artisti “copia ed incolla”, ripetizioni infinite di progetti con sempre gli stessi nomi, decretando implicitamente una fine dell’arte contemporanea.