prada project

LUCA ROSSI
NOW!
Prada Foundation
Milan


Cy Twombly: (silence)
“People doesn't want to be the audience, nor the student, wants to get into the thing, they feel that there are already inside.”


"If I imagine, I see. What else do I do if I travel? Only the extreme weakness of the imagination justifies that one must move to feel"
Fernando Pessoa


"Invece che subirla o resistervi per inerzia, il capitalismo globale sembra aver fatto propri i flussi, la velocità, il nomadismo? Allora dobbiamo essere ancora più mobili. Non farci costringere, obbligare, e forzare a salutare la stagnazione come un ideale. L'immaginario mondiale è dominato dalla flessibilità? Inventiamo per essa nuovi significati, inoculiamo la lunga durata e l'estrema lentezza al cuore della velocità piuttosto che opporle posture rigide e nostalgiche. La forza di questo stile di pensiero emergente risiede in protocolli di messa in cammino: si tratta di elaborare un pensiero nomade che si organizzi in termini di circuiti e sperimentazioni, e non di installazione permanente, perennizzazione, costruito. Alla precarizzazione dell'esperienza opponiamo un pensiero risolutamente precario che si inserisca e si inoculi nelle stesse reti che ci soffocano." Nicolas Bourriaud








Adesso. La mostra di Luca Rossi, che vedrete presso la Fondazione Prada, è sempre e solo dove siete. Potete stare immobili, sarà sufficiente al massimo un movimento della mano. Il consumo di risorse, di tempo e di denaro per muoversi, ed entrane nell'ennesimo spazio espositivo, è prossimo alla zero. Ogni intervento si risolve in pochi istanti da consumare dove ci troviamo. Rimane così più tempo (vera risorsa di cui disponiamo scarsamente) e più risorse per noi. Opera e spettatore sono immobili, ma allo stesso velocissimi perché sempre nello stesso tempo e nello stesso luogo. Ossia, dove vi trovate a leggere questo eBook. Potremo parlare di un "nomadismo immobile". 
In una fase storica caratterizzata da una sovrapproduzione di contenuti e da una forte inquinamento visivo, di cui siamo tutti produttori e consumatori, potremo effettivamente parlare di un'ecologia dell'arte dove il consumo di risorse è prossimo allo zero. Viviamo una "democrazia dei contenuti", dove tutti possono partecipare e dove il problema non è creare e comunicare l'ennesimo contenuto, ma poter fare le differenze tra i contenuti stessi, per trattenere qualcosa e non perdersi.Come se domani ci arrivassero a casa 10.000 pacchi contemporaneamente. Dovremo iniziare da qualche parte, la necessità di aprirli tutti ci renderebbe superficiali, probabilmente inizieremo dal brand che conosciamo meglio o dal pacco che ci consiglia l'amico.

Ogni intervento di "Now!" mantiene un'ambiguità tra la sua documentazione e la sua installazione reale nello spazio. Non si tratta di una scelta innovativa (è quello che avviene già nella realtà) ma di una scelta che vuole essere consapevole rispetto alla nostra contemporaneità. L'opera d'arte, come ogni fatto della nostra vita, vive una fibrillazione continua tra esperienza diretta ed esperienza mediata. Prendere consapevolezza di questo significa aumentare le opportunità, ridefinire la natura di opera, museo e artista. Si dice che quando gli ebrei, in una situazione di emergenza, dovettero lasciare la loro terra, furono costretti a passare dal concetto di "monumento", inteso come installazione permanente, al concetto di "documento".Questo atteggiamento resiliente potrebbe anche essere definito "antifragile" o "altermoderno".

Il problema non è cercare l'esperienza più vera e più diretta possibile, quanto sviluppare una sensibilità critica che ci possa fornire consapevolezza rispetto a quello che vediamo e viviamo. Una consapevolezza critica per fare le differenze e sviluppare la capacità di vedere, intesa nel significato più ampio di "sentire". Parafrasando Bruno Munari potremo dire: "saper vedere per saper fare le differenze". Facciamo differenze e scelte di valore ogni secondo della nostra vita. Se fossimo ciechi, credendo di vedere, sarebbe un disastro: un accavallamento di scelte sbagliate, come pezzi del tetris che non abbiamo tempo di riposizionare. 

La mostra "Now!" come altri progetti di Luca Rossi, presentati tra il 2009 e il 2016, esprime un posizione politica ben precisa. Con la crisi della democrazie occidentali e dei sistemi di rappresentanza, è ormai chiaro come le politiche macro, quelle dei governi su cui ci arrabattiamo ogni giorno come fossero la soluzione di tutto, sono unicamente "politiche di galleggiamento" che non sono in grado di realizzare alcun cambiamento. L'unico spazio politico ancora praticabile è rappresentato dal nostro spazio locale, micro e privato. Ed è proprio qui che è installata questa mostra. La scelta che ognuno di noi può prendere in questo spazio vale, per la nostra vita, 10-20 volte la decisione che potrebbe prendere un Capo di Stato. Ed è proprio in questo spazio privato, in questo "spazio politico" ritrovato, nel silenzio e nella calma del nostro privato che possiamo leggere, vedere e fruire di ogni intervento presentato in mostra. 








From Around the World order a pizza (you could search the Milan take away "pizzeria" on Google) to be delivered in Milan in "Via Largo Isarco 2" from 10 am to 7 pm on Monday / Wednesday / Thursday, and from 10 am to 9 pm on Friday / Saturday / Sunday.


pizzas, calls, external structures of Prada Foundation, 2016








Le strutture esterne della Fondazione diventano il contesto per ordinare una pizza da ogni parte del mondo. Ognuno può attivarsi e agire concretamente negli spazio della mostra. Basta volerlo. 





















If you don't understand a thing look it up on YouTube



3D letters, various material, 2016.






Non possiamo capire quest'opera. E' impossibile. Non rimane che seguire il consiglio del titolo che insieme al contesto (dove ci troviamo a leggere questo eBook) può portarci in tanti micro-universi che ogni giorno aumenteranno, conservando uno straordinario valore poetico. La natura della scultura apre ad una fluidità speciale da vivere privatamente. Provare per credere. 























Serial Classic



classical statues, panels, Rome 2016 (external project). 









Le statue dei Musei Capitolini a Roma, in occasione della visita del Presidente iraniano, sembrano essere tornate "cubi di marmo", da cui l'occidente sembra provocato. La sfida è "riscolpire" scale valoriali oltre a facili atteggiamenti disillusi e cinici che vengono contraddetti con le scelte che facciamo ogni giorno. Le opere così coperte sembrano un cantiere sospeso in attesa della fine lavori. 



















NOW!



sunrays, a place, 2016. 







In base ai movimenti del Terra e del Sole in una stanza vuota si creano "quadri di luce" in perenne movimento, fino a scomparire totalmente di notte. Ma i raggi possono anche essere relazioni tra persone, che quando incontrano un luogo, determinato l'opera d'arte. Quasi come a risolvere la "stanza vuota", un vuoto di contenuti che spesso viene mascherato da una sovrapproduzione e da un pieno di opere e progetti. 





















With the tip of the fingers of the left hand




various material, 2016.






La scultura nasce e finisce dalla dimensione privata dell'autore alla dimensione privata dello spettatore. Come fosse un "buco nero" che ha risucchiato tutto il processo che va dall'accensione delle luci nello studio dell'artista fino all'ultimo spettatore che esce dal museo. Lo "scalpello" diventa la levità delle punta delle dita, tutto si risolve in un solo istante.