INTRODUZIONE ALLA MOSTRA "SKY. The only political space is where you are now"


(IN PROGRESS):



Luca Rossi nega il format convenzionale della "mostra d'arte" come forma di intrattenimento contemporaneo. Non ha senso cercare di organizzare "luna park per adulti" spesso molto più noiosi dei veri "luna park". Quindi l'arte non è chiamata ad una nuova avanguardia, ma ad una retroguardia. Almeno fino a quando non esisterà in Italia un pubblico vero e minimamente vasto. Più precisamente potremo pensare ad una sorta di retroguardia che inizia e finisce nelle case delle persone. O meglio, dove le persone si trovano. Il ragionamento parte dall'Italia, fuori da approcci esterofili che ci vedono sempre sbilanciati fuori casa, quando la casa è tutta da sistemare. In fondo ogni luogo è internazionale per definizione.

In questi cinque anni ho seguito il percorso di Luca Rossi, e penso sia venuto il momento di tentare un mio punto di vista. Luca Rossi è il Sig. Rossi, un po' di più di Mario Rossi. Si tratta di un personaggio, non parlerei di anonimato, in quanto l'anonimato è una melanconia di internet, che risale ormai a dieci anni fà. Inoltre non ho mai letto cose di Luca Rossi che potessero giustificare l'anonimato. Non mi interessa chi sia veramente Luca Rossi, come ai bambini non interessa sapere chi sia esattamente Walt Disney quando seguono Topolino.

Penso che il valore delle sue opere stia nel loro essere "contemporanee", secondo una definizione che mi è molto cara, espressa da Giorgio Agambem. Le opere di Luca Rossi mantengono costantemente una sfasatura con il presente, tanto che non sono mai del tutto presenti, anche se in realtà sono presenti per chiunque, ovunque e per un tempo indefinito. Una sfasatura costante anche tra materia, relazioni e immaterialità; tra pieno-non pieno e vuoto-non vuoto. Tra la distanza che mantiene l'artista e le sue incursioni improvvise.

Per la presentazione di questa nuova raccolta di progetti (2009-2014),  Eve Rand ha scelto la recente comunicazione del canale satellitare Sky: "Sky. La vita un po' te la cambia". Vediamo questa giovane coppia che guarda uno schermo televisivo. La differenze rispetto al passato è che entrambi i ragazzi che vediamo nella foto, sono loro stessi un network televisivo potenziale (dal momentio che posseggono uno smartphone o semplicemente internet). Come a dire: "tutti possiamo essere sky". Se continuiamo a leggere il titolo di questa mostra: "l'unico spazio politico è dove ti trovi adesso". Questa frase sembra retorica, ma è invece molto forte. Come se l'unico parlamento politico al mondo fosse intorno a ognuno di noi. Non stiamo parlando della teoria calvinista (che ha fondato e spinto la cultura anglosassone rispondendo con un nuovo Rinascimento moderno e globale), per la quale l'uomo è nella grazia di Dio se raggiunge in terra e nella propria dimensione di uomo felicità e ricchezza. Sto dicendo che siamo arrivati ad un punto in cui ognuno di noi può sempre vincere "uno a zero" con le decisioni che può prendere il Presidente degli Stati Uniti. Semplicemente ci rassicura e ci alleggerisce di responsabilità, pensare che le nostre sorti sono in mano a 18 banchieri o al Presidente degli Stati Uniti di turno.

Lo stesso Presidente Obama agisce nel suo micro, che a sua volta incontra altri micro-locali, e insieme determinano una tendenza macro. Ma non esiste una dimensione macro su cui il singolo può veramente incidere direttamente. Questa nuova consapevolezza micro e quotidiana, unite alle altre, può determinare effettivamente una consapevolezza collettiva, che può decidere quali cambiamenti realizzare e se valga la pena realizzarli. Le opere di Luca Rossi agiscono in questa dimensione, con la consapevolezza che ogni individuo è allo stesso tempo fruitore e creatore di contenuti.

Questi contenuti sono anche le opere, che vengono prodotte in modo indiscriminato; sono i prodotti dell'industria, spesso sovraprodotti e invenduti. Sono le milioni di foto postate su Facebook, eccetera. Per tanto non si tratta solo di una responsabilità nel creare nuovi contenuti, ma anche di cercare di fare le differenze (e quindi il senso critico) rispetto ai contenuti che ci piovono addosso. Come fare le differenze?

L'arte contemporanea (come disciplina capace di abbracciare ogni ambito umano) è una grande opportunità per sperimentare e allenare modi-sensibilità-atteggiamenti. E quindi per sviluppare anche un senso critico che possa avere una ricaduta diretta sul nostro quotidiano. Mi salta in mente il quotidiano che troviamo nella mostra qui sotto, ad un certo punto. Abbandonato sulla sedia abbandonata di un custode. La classica notizia macro-globale, che ogni giornio ci piove addosso. Ironico che sia posta su una sedia di design che sembra un gingillo aereodinamico pronto a scattare in avanti. Con una piccola borraccia vicino.