Dialogo con Roberto Fassone

















Roberto Fassone è un giovane artista italiano. Tra le sue opere più recenti il software sibi (http://www.sibisibi.com/) che è in grado di proporre un'opera d'arte se uno risponde a tre semplici domande.


Roberto Fassone:quali sono i criteri con cui giudichi la qualità di un lavoro?


Luca Rossi: Prima metto in relazione il lavoro con le intenzioni dell'artista (titolo, materiali, dichiarazioni, ecc) e il contesto in cui si pone il lavoro (locale e globale). Secondo metto il relazione il lavoro con altri lavori dell'artista.



RF: volevo parlare di Scroll Down (la via o il sentiero). è un lavoro sul tuo blog in cui si vedono diverse fotografie con:
a. una teca
b. una teca con piccoli elementi bianchi al suo interno
c. persone che osservano la teca (di cui alcune ricoperte da una sagoma grafica rossa disegnata in maniera molto poco precisa)
d. particolari della teca
quindi i miei elementi a disposizione per giudicare questo lavoro sono il titolo, la didascalia e le foto.
come credi che questo lavoro possa essere significativo? come pensi che questa "opera" possa fare (come la chiami tu) la differenza? credi che potresti spiegare in due righe questo lavoro?


LR: Non ho mai detto che il mio lavoro fa la differenza. Ho detto che bisogna stimolare uno spirito critico per fare le differenze tra le cose.
Questo progetto, Scroll Down, vive su tre livelli:

-l'azione nell'abbazia di Senanque (uno dei siti turistici più frequentati della francia)

-l'opera fruibile nell'abbazia

-la documentazione dell'azione e dell'opera.

L'azione è una sorta di candid camera, dove io stesso ho iniziato a fotografare ossessivamente una teca (apparentemente) vuota. I turisti, che venivano da un bagno di fotografie al sito turistico, rimanevano interdetti; alcuni hanno iniziato a fotografare anche loro. Forse pensavano ci fosse qualche reliquia. Questo è l'estremo di sibi: anche il vuoto è interessante se qualcuno te lo indica. Ma in realtà dalla teca è emerso un piccolo paesaggio, che a me ricorda i giardini Zen. Ci sono tanti piccoli elementi che puoi notare solo nella terza dimensione del lavoro, e quindi nella documentazione. E quindi nella dimensione privata di ognuno di noi, da dove guardiamo il blog e le immagini. La dimensione politica dove possiamo veramente fare una rivoluzione.

Mi chiedi come può fare la differenza tra le cose questo lavoro. L'opera cerca di recuperare il senso dell'Abbazia, e quindi si contrappone al caos del turismo di massa, che stravolge totalmente il senso profondo di quel luogo. Si tratta di un attentato positivo, che ricostruisce il senso invece di distruggere il sito turistico. I turisti sono effettivamente "attentati"...rallentano il passo, cercando di capire cosa ci sia nella teca. Questo accende in loro uno spirito critico, che invece permane sopito nel resto della visita.

Il progetto mette in profonda discussione i rituali convenzionali del sistema dell'arte e appare improvvisamente al fianco dello spettatore. Si tratta di tante micce che servono ad accendere molti nodi critici su cui mi sono spellato le dita in questi ultimi 5 anni.








RF: come è possibile che non ti piaccia il lavoro di dafne boggeri? per me il suo lavoro "Vorrei che il cielo fosse bianco carta" è almeno un 8.3


LR: Come ti ho scritto quando giudico il lavoro di Dafne (che saluto calorosamente) penso a tutta la sua produzione. Il lavoro delle macchine è molto simpatico, ma non fa altro che modificare la percezione di uno spazio con tre mosse abbastanza prevedibili (a parte le auto nere nelle entrate dello spazio espositivo). Il rischio è sempre quello di partecipare ad un luna park: invece di buttarsi scalzi sul gonfiabile di Saraceno, sai cosa facciamo da Care OF? Entriamo nello spazio entrando in auto...insomma...poi non vedo collegamento con altri suoi lavori. Se non una sensibilità tra il gggiovane e una leggera ribellione (che però è assolutamente e tristemente sedata).







LR: Nella vita fai solo l'artista?


RF: nella vita faccio l'assistente al politecnico di milano per il corso di user and social innovation, realizzo video per matrimoni ed eventi con un amico sotto il nome di weedeogames tv (siamo molto bravi tra l'altro se qualcuno avesse bisogno), gioco a basket (una volta in C2, ora non sostengo più la pressione del prepartita), gioco a calcetto, invento e realizzo giochi, faccio altri video. non mi piace particolarmente definirmi come "artista", anche perché è un termine estremamente ambiguo. questo perché esso contiene allo stesso tempo un valore "qualitativo" e uno "quantitativo". mi piace pensare e dire che faccio "cose".













LR: Perchè vuoi fare l'artista?


RF: io so che in questo momento della mia vita voglio fare le cose che sto facendo. mi rendo conto che le cose che faccio (nella loro maggior parte) trovano spazio nel sistema dell'arte contemporanea. ho sempre avuto una passione per la progettualità e per la non funzionalità. credo che l'arte e l'essere artista (nel senso di qualcuno che realizza cose in quel contesto e non nel senso di un illuminato) sia una situazione in cui mi sento alla grande e che mi fa star bene. semplicemente faccio ciò che amo di più e avendo la possibilità di farlo lo faccio.







LR: Mi puoi parlare dell'opera che ti ha dato maggiore soddisfazione nella tua vita. E mi puoi dire il perchè?


RF: Posso dirti un lavoro che recentemente mi ha mandato fuori di testa. è un brano dei "The Lonely Island" e si intitola "Mama". è un lavoro (dal mio punto di vista) perfetto. è un inno al non prendersi sul serio, fa molto ridere e anche se non lo capisci è un pezzo meraviglioso. ultimamente poi ero rimasto particolarmente impressionato da "Lucy's" di Dragana Sapanjos e da "Shoe Dryer" di Nestori Syrjälä. più in generale sono attratto dai lavori semplici e accessibili. sono attratto da quei lavori che rendono il complesso semplice. oppure da quei lavori assurdi, tipo quelli di paola pivi. mi piace che nel mondo ci sia un sistema in cui si da valore a cose non funzionali (nel senso più utilitaristico del termine)
https://www.youtube.com/watch?v=ihc6wX0EoI4&feature=kp
http://www.nestorisyrjala.com/index.php?task=show_page&page_id=40
http://www.italianarea.it/opera.php?w=SAPD_11.jpg&artista=SAPD&let







RF: se io vado sulla pagina principale del tuo lavoro "scroll down" trovo solo alcune foto modificate e non la spiegazione che mi hai dato ora. come posso attivare uno spirito critico se nella documentazione del lavoro non espliciti la tua azione?




LR: Il blog agisce prima di tutto come blocco di appunti in continuo divenire. Spesso metto un testo sopra le immagini, proprio a ridosso. Se controlli sulla prima immagine di Scroll Down ho messo questo testo. Ho risolto il problema che mi evidenziavi. E' questo che ho sempre valuto: un confronto dove tutti migliorano.










RF: ti piace il lavoro di alfredo jaar?




LR: Trovo il lavoro di Jaar ultimamente troppo diluito, poco a fuoco. Anche lui pesca da codici e scelte abusate. Non mi piace. Mi piacciono: Alys, Creed, Fontana, Sehgal, Cattelan, Fischer, primi che mi vengono in mente.




RF: qual è la definizione di arte che condividi maggiormente? credi che l'artista* abbia un qualche tipo di responsabilità? se si verso chi o verso che cosa?


LR: L'arte è una palestra e laboratorio per allenare e sperimentare modi e atteggiamenti che possono avere un valore nalla vita quotidiana. L'artista oggi ha la responsabilità di parlare a costo di morire come artista. Ha una responsabilità verso un ambito che come per la medicina o l'edilizia, ha regole e codici. Ma è fondamentale un confronto con esperti e pubblico per far crescere questo ambito.


RF: quando parlo di arte e artista li intendo da un punto di vista categorico




LR: Hai detto che dici di apprezzare la non funzionalità dell'opera. Ma questa è data da tre cose: intenzioni dell'artista, opera in sè e contesto. Mi spiego: se l'artista mette un urinatoio in un museo per lui la funzione l'urinatoio ce l'ha.
La funzione di un bicchiere d'acqua cambia se siamo sotto una casata potabile o in un deserto.
Se metto la mia opera urinatoio in un bagno, diventa subito funzionale. Quindi per te dove sta il valore dell'opera d'arte?



RF: Diciamo che apprezzo la non funzionalità e non necessarietà delle cose. Ad esempio se devo andare da un punto A ad un punto B normalmente camminerei in avanti scegliendo il percorso più "economico". Se invece decido di affrontare lo stesso percorso camminando all'indietro porrò un ostacolo non necessario nel mio tragitto. Un ostacolo che renderà (in linea generale) il fenomeno più affascinante ai miei occhi e vicino a linguaggi ludici o artistici. Quando parlo di funzionalità parlo della funzionalità tipica degli oggetti o dei servizi, progettati per risolvere specifiche situazioni pratiche. L'arte contemporanea (nuovamente in linea generale) mi piace perché non è funzionale in questi termini. Credo che nessuno sia in grado di definire oggettivamente il valore di un' opera. Personalmente apprezzo la capacità di comunicare utilizzando strategie in grado di adattarsi quasi perfettamente ai temi trattati.




LR: Come percepisci il mio lavoro? Cosa senti dire del mio lavoro?




RF: Rispetto alla tua ricerca mi interessa la possibilità di utilizzare i commenti dei blog come medium e il tentativo di sviluppare delle recensioni, delle critiche e dei voti per i lavori. condivido alcuni dei tuoi pensieri sulla pretenziosità di molti lavori.sogno un metacritic (www.metacritic.com) o un rapgenius (www.rapgenius.com) in grado di ospitare anche opere d'arte contemporanea. Non mi piace come è impostato progettualmente il tuo blog, che, essendo il fulcro della tua ricerca, a mio avviso dovrebbe rispondere meglio ad alcune norme di web usability. Apprezzerei una maggiore apertura e una minor seriosità, che rendono alle volte la tua ricerca antipatica e poco stimolante. Le tue mostre le trovo troppo complesse, poco accessibili e alle volte paradossali in relazione alle critiche che fai degli altri artisti.
Di te ho sentito dire che sei un megatroll, un frustrato e che la tua ricerca si basa più su te stesso che sul resto. In generale ho sentito dire male di te.




LR: L'opera delle scarpe, stuzzica perchè è un non sense. Questo mi delude, perchè tutto potrebbe essere. Allora preferisco la pulizia britisch poco pretenziosa di Creed. Gli scarafaggi sicuramente toccano, perchè c'è vita là dentro. C'è un potenziale. Ma per giudicare quest'opera (anche lei un non sense) devo vedere altre opere dell'artista. Cosa ne pensi?


RF: L'opera delle scarpe la trovo molto stimolante. Questo perché mette in scena una situazione in cui con il massimo sforzo si ottiene il minimo risultato. Quindi il lavoro diventa potenzialmente una riflessione precisa sullo spreco e sulla sostenibilità. detto che della sostenibilità non mi interessa nulla è meraviglioso il modo in cui questo tema è stato trattato. L'opera di Dragana invece estremizza una situazione quotidiana e mi tocca perché evidenzia e in qualche modo trasforma il banale. Certi lavori poi mi entusiasmano perché sono come dici tu non-sense. Totalmente inutili, non necessari, ma visionari.