Speaking About 2014 - La Linea "prêt-à-porter"√ di Luca Rossi






Luca Rossi ha scelto di mantenere una distanza rispetto ai soliti rituali del sistema dell'arte. La sensazione che le pubbliche relazioni contino maggiormente delle ragioni e delle urgenze delle opere, ha innescato un processo critico verso il sistema, al fine di recuperare tali ragioni e urgenze. Da tale azione critica è discesa spontaneamente una progettualità specifica, e non ultimo un progetto parallelo al fine di allargare e interessare il pubblico. La serie "prêt-à-porter" di Luca Rossi discende dalla riflessioni critiche sviluppate dal blog a partire dal 2009, e vorrebbe creare un ponte con un pubblico più vasto. 

Tale azione si è sviluppata attraverso il blog Whitehouse, attraverso numerosi interventi con articoli su riviste specializzate (Flash Art Italia, Artribune Magazine, Artribune on line) e attraverso una continua attività di commento (in cinque anni si stimano circa 3000 commenti, e un'attività continua su social network come Facebook, Twitter e Skype).Tra il 2009 e il 2014 anni sono state pubblicate numerose interviste ai protagonisti del sistema dell'arte e a figure considerate interessanti: Angela Vettese, Francesco Bonami, Andrea Lissoni, Linda Randazzo, Massimiliano Gioni, Massimo Minimi, Jens Hofmann, Giulia De Monte, Alfredo Cramerotti, Luca Beatrice, Pier Luigi Sacco, Fabio Cavallucci, Michele Dantini, Roberto Ago, Stefano Mirti, Giacinto Di Pietrantonio, Giorgio Andreotta Calò, Valentina Vetturi, Danilo Correale, Cesare Pietroiusti, Micol Di Veroli. Sono stati organizzati progetti in numerosi contesti: New Museum (New York), Gagosian Gallery (New York), Galleria Zero (Milano), Uffici Imperatore (Milano), Whitney Museum (New York), Mart (Rovereto), Biennale di Carrara (2010), Galleria Civica (Trento), Palazzo Vecchio (Firenze), Ben Youssef Madrasa (Marrakech), Galleria Massimo De Carlo (Milano), Galleria T293 (Napoli, Roma), Tate Modern/Turbine hall (Londra), Komá Gallery (Molise), casa privata (Lubiana), Magazzino merci (New York), Castello Uzunosky (Varsavia), galleria privata (Varsavia), Punta della Dogana (Venezia), Biennale di Venezia (2013), Padiglione Paesi Nordici (Venezia, 2013), Fondazione Beyeler (Svizzera), Guggenheim Museum (New York), Sénanque Abbey (Francia), Castello di Versailles (Francia), GAMeC (Bergamo), Song Eun Art Space (Korea), Salannunziata (Imola).







"Luca Rossi è la nuova Vanessa Beecroft."
Giacinto Di Pietrantonio, Direttore del Museo GAMeC (Bergamo)
Artibune Magazine

"A dirla tutta, I’m not Roberta (un progetto del 2010 di Luca Rossi) mi ha fatto più pensare che non decine di altri progetti artistici che ho visitato dal vero.”
Alfredo Cramerotti, Direttore Museo Mostyn (Scozia)
Artribune Magazine

"Luca Rossi è la personalità artistica più interessante del panorama italiano di questo momento. Lo è perché, insieme ai contenuti, rinnova anche il linguaggio. In prospettiva, potrebbe modificare anche il sistema."
Fabio Cavallucci, Direttore del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato)
Exibart Magazine

"Non mi perdo mai un commento di Luca Rossi."
Luca Beatrice (Curatore Padiglione Italia 2009)

"Da quando leggo il blog di Luca Rossi non mi dedico più alla pratica dell'arte ma solo alla teoria."
Angela Vettese 




CONTENUTI: 

















Introduzione

Nel 2009 nasce in Italia il blog Whitehouse gestito da Luca Rossi e da subito iniziano a delinerasi tre diverse anime: la prima anima sviluppa un percorso di critica d’arte rispetto la scena italiana e internazionale, la seconda è impegnata in una progettualità artistica non convenzionale e la terza, attraverso progetti specifici, tenta di colmare il gap e la distanza che intercorre tra arte contemporanea e pubblico. Il blog Whitehouse è diventato molto popolare fra gli addetti ai lavori soprattutto perchè ha sviluppato una sferzante critica al sistema dell'arte contemporanea nazionale e internazionale, ospitando sulle sue pagine le personalità nazionali e internazionali più importanti del settore (Francesco Bonami, Massimiliano Gioni, Michele Dantini, Angela Vettese, Jens Hoffman, Fabio Cavallucci, Giacinto Di Pietrantonio, Luca Beatrice, Andrea Lissoni, Alfredo Cramerotti e molti altri) e intervenendo con numerosi articoli sulle principali rivista d’arte contemporanea nazionali (Flash Art Italia, Artribune, Exibart). Da questa azione critica è disceso quasi logicamente un nuovo approccio nel pensare l'opera d’arte e nell'organizzare mostre e progetti. Inoltre nel 2010 è partito un articolato progetto di education e di divulgazione, finalizzato a diminuire la distanza e il gap che intercorre tra l'arte contemporanea e il pubblico (Corso Partico di Arte Contemporanea, Duchamp Chef). Questa stessa mostra vorrebbe essere soprattutto l'occasione e il pretesto per parlare di arte, del suo valore nella società odierna, e delle sue ragioni e motivazioni; per "parlarne", proprio come recita il titolo (speaking about). L’arte contemporanea può essere oggi una straordinaria palestra e laboratorio per sviluppare modi, atteggiamenti e sensibilità che possono avere un valore concreto nella nostra vita di tutti i giorni.

In questa mostra Luca Rossi presenta una serie variegata ed eterogenea di opere che possono essere definite come la versione “prêt-à-porter” del linguaggio artistico che è stato sviluppato negli ultimi sei anni tramite il blog Whitehouse. Esattamente come avviene nella moda esiste l'alta moda che implica il massimo grado di sperimentazione e il prêt-à-porter ("pronto da portare") che declina la concezione dell'alta moda in proposte maggiormente convenzionali e fruibili da un pubblico vasto. Questa mostra riguarda questa seconda opportunità, non meno importante della prima e che può diventare l'occasione per addentrarsi ed approfondire anche il primo approccio. Se ogni progetto di “alta moda”, presentato sul blog Whitehouse, asseconda la fluidità, la fragilità e la precarietà del mondo contemporaneo, le opere della mostra “Speaking About” affrontano frontalmente i fantasmi del modernismo e del post modernismo. Se noterete bene le didascalie delle opere in mostra, ogni opera presenta “un dialogo”  fra i materiali utilizzati; il confronto e il dialogo intorno all’opera è considerato come l’ultimo tassello affinchè l’opera si possa dire conclusa.

























Hamburger (I - II)


tecnica mista su tela, due tele 50x70 cm, un dialogo, certificato di autenticità.
opere uniche
Luca Rossi, 2014.

L’opera diventa come un crash, un incidente di citazioni, che prese singolarmente sembrano codici diventati icone della storia dell’arte. Il taglio di Lucio Fontana (1899-1968) che apre ad una dimensione altra rispetto la tela; poi si gira la tela, quasi per cercare ingenuamente tale dimensione, ed ecco la dimensione poverista e metafisica di Giulio Paolini (Arte Povera, fine anni sessanta). Ma tutto è avvenuto sulla tela come prodotto di massa (Andy Warhol, pop art anni sessanta), replicato e distribuito su larga scala; in basso sulla sinistra il codice a barre della tela stessa. Ed infine la confezione viene bruciata, quasi alla ricerca del fascino per la materia che ci ha insegnato Alberto Burri (1915-1995).

Prezzo: 390,00 Euro cad.d.

Per maggiori informazioni, per l'acquisto dell'opera e per i dettagli sulla consegna contattaci liberamente: 3478864509, whiteblog.rossi@gmail.com





















































Mare aperto


lana di vetro su tavola di legno, lana di vetro 140x60 cm, una dialogo, certificato di autenticità.
1 di 10
Luca Rossi, 2014.




Quest’opera d’arte nasce dall’intuizione del ready-made di Marcel Duchamp (1887-1968, primo ready made 1913): l’opera viene semplicemente decisa dalla mente dell’autore senza che questi debba fare nulla. Proprio perché ogni opera d’arte, anche del passato, come ogni creazione umana, è prima di tutto una proiezione della mente. Ed ecco che abbiamo un quadro minimale (avanguardia modernista degli anni sessanta) con alcuni riferimenti all’astrattismo. Solo il titolo ci riporta ad una figurazione: un’immagine di un tratto di mare aperto. Come ci insegna l’Arte Povera (teorizzata nel 1968) materiali comuni possono nascondere potenzialità inaspettate. Il “mare aperto” è un soggetto interessante in quanto, solitamente, non viene considerato e risulta come nascosto alla vista dell’uomo. 

Prezzo: 500,00 Euro

Per maggiori informazioni, per l'acquisto dell'opera e per i dettagli sulla consegna contattaci liberamente: 3478864509, whiteblog.rossi@gmail.com













































Stone Forest


pittura ad olio su tavola di legno,45x60 cm, un sasso, un dialogo, certificato di autenticità.
opera unica
Luca Rossi, 2014.



Colori ad olio vengono premuti e trascinati tramite una spatola su una tavola di legno. Per mezzo di un sasso, togliendo invece che aggiungendo, si graffia la superficie fino ad ottenere quella che sembra una foresta. Ad una tecnica informale usata dall'artista tedesco Gerhard Richter (considerato il principale pittore tedesco vivente, 1932), segue una scelta che richiama l'informale italiano, ed in particolare il percorso di Germano Sartelli (1925-2014). Mentre la tecnica del tedesco appare più meccanica e organizzata, quella di Sartelli chiama in causa l’uomo e il suo istinto, attraverso uno strumento “primitivo” che è sempre a nostra disposizione. In questo quadro trovano un punto di incontro due diversi approcci della tendenza informale europea.

Prezzo: 380,00 Euro

Per maggiori informazioni, per l'acquisto dell'opera e per i dettagli sulla consegna contattaci liberamente: 3478864509, whiteblog.rossi@gmail.com







































Achrome III


pittura acrilica su polistirolo, 50x50 cm, fazzoletti di carta, un dialogo, certificato di autenticità.
1 di 10
Luca Rossi, 2014.

Dietro un quadro ispirato all’espressionismo astratto (1936-1960 circa), ma considerato “sbagliato”, ecco un achrome di Piero Mazoni (1933-1963) eseguito con comuni fazzoletti di carta. Un accumulo dadaista che ricorda il francese Arman (appartenente al Nouveau Réalisme, 1928-2005). La ripetizione di un oggetto comune crea una tensione tra vedere la realtà e rivederla per la prima volta. Un achrome che è capace di “aprirsi” e muoversi con un semplice soffio di vento. Manzoni sembra reagire alla tendenza americana dell’espressionismo astratto (Pollock, Kline, Cy Twombly, ecc) richiamando ancora una volta ad un reset della vista. Se l'espressionismo astratto vuole uscire da una schema predefinito e lasciar libero l'inconscio, in quegli stessi anni Manzoni richiamava alla pura forma, al puro significante.

Prezzo: 300,00 Euro

Per maggiori informazioni, per l'acquisto dell'opera e per i dettagli sulla consegna contattaci liberamente: 3478864509, whiteblog.rossi@gmail.com















































Estruso


tecnica mista su polistirolo estruso, 140x60 cm, un dialogo, certificato di autenticità.
opera unica
Luca Rossi, 2014.



Partendo dal nome del supporto: il polistirolo estruso, che è possibile trovare comunemente in commercio, questo dipinto con tecnica mista, ha assunto un titolo ancora prima di essere realizzato. Il titolo doveva essere “Estruso”. Si è deciso di tracciare una linea immaginaria che attraversasse il Novecento, e dal figurativismo di Francis Bacon (1909-1992) arrivasse al movimento della Transavanguardia, che presentava un neo figuarativismo del tutto specifico (teorizzato nei primissimi anni ottanta dal critico Achille Bonito Oliva). In particolare viene ripreso il lavoro di Enzo Cucchi (1949). Nel dipinto “Estruso” Enzo Cucchi incontra Francis Bacon. La figura è posta su una parete con la testa in giù, il collo a sostegno e le gambe in aria. 

Prezzo: 600,00 Euro

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Achrome I

tecnica mista su tela, 50x70 cm, 4 paste salate, un dialogo, certificato di autenticità.
opera unica
Luca Rossi, 2014.


Ancora un incidente di riferimenti e citazioni del Novecento. Il taglio di Lucio Fontana (1899-1968), la dimensione di Giulio Paolini (Arte Povera, nato nel 1940) e poi 4 paste salate partecipano ad un monocromo completamente bianco, diretto riferimento agli “achrome” bianchi di Piero Manzoni (1933-1963). L’achrome vuole azzerare la rappresentazione e resettare la vista, per ricominciare a vedere. Ma le paste così trattate fanno anche riferimento alla “merda d’artista” che ha reso celebre Piero Manzoni negli anni sessanta. Manzoni intuisce già negli anni sessanta come l’aura che circonda le cose possa trasformare la merda in opera d’arte. Bisogna prestare attenzione. Ma anche oggi la comunicazione e un buon marketing possono farci accettare ogni cosa. E’ di questi giorni la notizia di come l’olio di palma sia un ingrediente cancerogeno presente in tutti i prodotti del Mulino Bianco.


“Non c’è nulla da dire: c’è solo da essere, solo da vivere”
Pero Manzoni

“A differenza di quello che avviene nei lavori di Fontana o di Pollock, dove il gesto dell’artista si intreccia alla materialità dell’opera negli Achrome il potere creativo di Manzoni è volontariamente trattenuto, bloccato, lasciando l’immagine libera di manifestarsi come puro significante.” (Stefano Cappelli, pieromanzoni.org).

Prezzo: 380,00 Euro

Per maggiori informazioni, per l'acquisto dell'opera e per i dettagli sulla consegna contattaci liberamente: 3478864509, whiteblog.rossi@gmail.com

























Painting Number 1

pittura acrilica su juta, 45x70 cm, un dialogo, certificato di autenticità.
opera unica
Luca Rossi, 2014.



Sulla juta usata spesso da Alberto Burri ecco l’action painting di Jackson Pollock e ancora un intervento di Franz Kline, anche lui esponente dell’espressionismo astratto. L’informale italiano, tipico del secondo dopoguerra, incontra quella che potrebbe essere considerata la controparte statunitense, l’espressionismo astratto. I fantasmi del modernismo vengono affrontati frontalmente ancora una volta, arrivando a qualcosa che non si può dire nè moderno, nè post-moderno. Potremo dire “altermoderno” (Nicolas Bourriaud) come qualcosa capace di assecondare la grande flessibilità del nostro tempo che spesso diventa precarietà e fragilità. L’opera nasce da un atteggiamento giocoso e scanzonato come un bambino che gioca liberamente.

Prezzo: 380,00 Euro

Per maggiori informazioni, per l'acquisto dell'opera e per i dettagli sulla consegna contattaci liberamente: 3478864509, whiteblog.rossi@gmail.com






















La rivoluzione siamo noi

tecnica mista su cartoncino, 60x80 cm, cellofan, un dialogo, certificato di autenticità.
1 di 10
Luca Rossi, 2014.

Joseph Beuys negli anni sessanta sosteneva che “la rivoluzione siamo noi”: ognuno di noi può attivarsi e contribuire alla rivoluzione. Secondo Beuys l’artista dovrebbe muoversi e attivarsi per cambiare e plasmare la società. Una sua famosa opera consiste nell’artista fotografato nel preciso istante in cui sta facendo un passo (opera dal titolo “La rivoluzione siamo noi”). Nell’opera che avete davanti l’artista è letteralmente saltato nel quadro è ha fatto un salto su se stesso (documentato dalle tracce lasciate dalla suole delle scarpe). Con una bic nera sono stati fatti dei disegni e sono state scritte brevi frasi. Solo muovendoci di traverso e trovando l’angolazione giusta possiamo vedere questi disegni e leggere queste frasi. Immagini e segni che, come pitture rupestri, cercano di esprimere come l’arte possa diventare una palestra-laboratorio per allenarsi alla vita. Ancora una volta siamo noi che dobbiamo “muoverci” dentro all'opera per “vedere” realmente. Compare anche una famosa frase di Cy Twombly (espressionismo astratto), mentre, a ben guardare, il quadro stesso diventa uno specchio (riferimento ai quadri specchiati di Michelangelo Pistoletto). Ed ecco che vediamo il vero protagonista del quadro: noi stessi, come unici protagonisti della nostra rivoluzione. Quest’opera è particolarmente significativa rispetto al percorso di ricerca fatto da Luca Rossi in questi ultimi anni. Ogni progetto di Luca Rossi finisce sempre per partire e terminare nella nostra dimensione privata e locale, come a dire che tale dimensione sia l’unico spazio politico dove sia ancora possibile agire per realizzare un cambiamento.

Prezzo: 300,00 Euro

Per maggiori informazioni, per l'acquisto dell'opera e per i dettagli sulla consegna contattaci liberamente: 3478864509, whiteblog.rossi@gmail.com














































Un momento prima durante ( I → IV)


pittura spray e acrilica su sughero, scotch carta, un dialogo, certificato di autenticità.
opere uniche
Luca Rossi, 2014.




Quattro opere liberamente ispirate ad Alberto Burri (1915-1995). In ogni quadro il tentativo di risolvere l'ultima imperfezione prima del termine dell'opera, portava immancabilmente ad una nuova sbavatura ed imperfezione. Questo in un loop pressoché infinito. Per questo motivo si è deciso di fermare e sospendere il processo un momento prima della fine dell'opera e quindi durante il processo stesso. Assecondare un ostacolo può portare al suo superamento. Questo atteggiamento potrebbe essere considerato altermoderno (“Il Radicante”, Nicolas Bourriaud) o antifragile (“Antifragile. Prosperare nel disordine”, Nassim Nicholas Taleb).

Prezzo: 380,00 Euro cad

Per maggiori informazioni, per l'acquisto dell'opera e per i dettagli sulla consegna contattaci liberamente: 3478864509, whiteblog.rossi@gmail.com









A cosa serve l’arte contemporanea?


In questi anni ho deciso di mantenere una distanza reale con lo spazio espositivo e con i soliti rituali del sistema dell’arte (inaugurazioni, aperitivi, pubbliche relazioni ecc). Questo perché da lontano le cose si vedono meglio. E credo che valga la pena vedere le opere d’arte nel modo migliore. Considero l’arte contemporanea (come anche la capacità di gestire l’arte antica e ogni ambito umano) come una preziosa palestra e laboratorio, dove le opere d’arte sono come tapis roulant e microscopi. Per questo l’arte contemporanea offre l’opportunità di sperimentare e allenare la vista, come anche la capacità di “sentire” in senso più ampio. Una palestra-laboratorio dove allenare e sperimentare modi, atteggiamenti e sensibilità che possono avere un valore concreto nella nostra vita di ogni giorno. Bruno Munari diceva “saper vedere per saper progettare”. Possiamo tranquillamente ricondurre alla parola “progetto”, ogni opera e avventura umana, dal progettare un’opera d’arte, fino al progetto di una famiglia o al progetto per un nuovo lavoro. Quindi si può intuire come l’arte contemporanea sia una disciplina potenzialmente molto importante, che spesso il pubblico non ha l’opportunità di conoscere. Infatti come in ogni altra disciplina servono strumenti e nozioni per goderne appieno. Ma il primo passo da fare è quello di vedere veramente quello che si ha davanti, prenderlo semplicemente sul serio senza avere bisogno di altro. Spesso diciamo “non capisco un’opera d’arte”, dando per scontato di capire tutto il resto. Molto spesso l’opera d’arte che non capiamo diventa una preziosa spia luminosa che forse ci avvisa che non stiamo capendo tutto il resto. O meglio, non stiamo vedendo e guardando veramente tutto il resto. Questa mostra presenta una serie di opere che considero la versione “prêt-à-porter” del lavoro fatto in questi anni con il Blog Whitehouse a partire dal 2009. E quindi una serie variegata ed eterogenea di opere che affrontano frontalmente e con le mani nude, i fantasmi del modernismo e del postmodernismo. Solo in questo modo, affrontando le nostre radici, possiamo sviluppare un atteggiamento davvero contemporaneo, che per citare due autori a me cari, potremo definire “antifragile” (1) e “altermoderno”(2). Una capacità di reagire e sopravvivere al disordine e al caos, assecondando lo stato di crisi e precarietà. Nella convinzione che lo spazio politico più efficace su cui agire sia quello privato, micro e locale che troviamo intorno ad ognuno di noi.

Luca Rossi